Ancora una volta controcorrente, ancora una volta isolata, l’Albania è un paese giovane proteso verso una vecchia Europa. Qui sono passati tutti: imperatori romani, contrabbandieri, guerrieri e sultani. Brandelli di storia sono stati risparmiati dalla cementificazione e gioielli come la turca Berat o l’antica Apollonia richiamano un felice passato.
Ora nelle montagne dolomitiche gli antichi codici d’onore sono probabilmente patrimonio del passato, ma nelle case contadine che ospitano rari turisti le signore preparano ancora saporite zuppe e gli uomini brindano con grappa fatta in casa. Le tradizioni vanno rapidamente trasformandosi, ma in piccoli villaggi, come un tempo, in assenza di figli maschi, una delle figlie veste e si comporta da uomo per non fare mancare alla famiglia la figura di riferimento maschile. Il segreto della confezione dei cappelli di feltro morirà con l’ultimo vecchio artigiano di Kruja. Non ha ancora trasmesso alla famiglia le fasi della preparazione e, forse, non lo farà mai.
I giovani che bevono birra il sabato sera a Tirana, nell’ex quartiere della nomenclatura comunista, non se ne curano. Il futuro è loro e di certo non porta cappelli di feltro di lana.