Qui è tutto nuovo, ed, allo stesso tempo, antico. Fra i cammelli che pascolano sulle dune ed il nuovissimo aeroporto non sembra esservi nulla. Il salto fra il mercato di paese ed il centro commerciale supermoderno è stato brusco. Manca in sostanza il flusso graduale, la stratificazione della storia che percepiamo nelle nostre città. La vita quotidiana scorre sui binari della tradizione: il possesso di un’arma da fuoco è ancora sinonimo di sicurezza ed il pic nic a base di carne di cammello alla griglia è il loro modo di festeggiare. Che ci si accampi fra le automobili anziché nel deserto, significa solo che ci si è modernizzati, ma non che si rifiuti la tradizione.
Il tassista ci racconta orgoglioso dei suoi sette figli, di cui due studiano all’estero in Università, a carico dello stato. Dalle infrastrutture alle case, tutto è gentile concessione del sovrano al suo popolo riconoscente. Le gare di bellezza fra cammelli sono seguitissime, mentre i lavori per il nuovo enorme aeroporto, che sostituirà quello inaugurato appena venti anni fa, procedono spediti. Il tempo in Oman, un paese giovanissimo e antico, ha un ritmo diverso.